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  • Ulrico Leiss

Il Dojo

Le arti marziali giapponesi si praticano nel Dojo, termine che deriva dal luogo più protetto, silenzioso e riservato del tempio buddista, nel quale i monaci studiano il Do, la Via della Vita.

Anche coloro che praticano il Jujitzu, il Judo e le altri arti marziali giapponesi devono cercare di comprendere la Via della Vita, attraverso l’allenamento, lo studio dello Spirito e delle tecniche, poiché solo unendo la teoria alla pratica possono arrivare alla “conoscenza”, questo avviene in un luogo chiamato Dojo.

Premesso che nel Dojo non esistono differenze di censo, di genere, di religione, di colore, siamo tutti uguali con l’ obbligo del reciproco aiuto, i praticanti devono seguire delle opportune regole di comportamento.

Ecco quelle richieste dal Maestro Brucoli:


IL COMPORTAMENTO NEL DOJO

1) La pratica nel Dojo inizia e finisce sempre con il Saluto (REI).

2) E' dovuto il massimo rispetto al Maestro, agli alti Gradi, al Dojo, ai compagni

3) Siate cortesi con i vostri avversari, non siate mai arroganti e prepotenti

4) Siate gentili con gli inferiori di Grado, non siate mai rudi e violenti ma benevoli e disponibili

5) Aiutate tutti gli altri praticanti incoraggiandoli e spronandoli a migliorare

6) Mantenete in ordine e pulito il vostro corpo, mantenete le vostre unghie, delle mani e dei piedi, pulite e corte

7) Lavate frequentemente il vostro Judogi e riassettatelo quando é fuori posto

8) Mantenete Dojo e spogliatoio sempre puliti e in ordine

9) Nel Dojo si pratica in silenzio

10) Il Judoka “pratica” nel Dojo e non si siede attorno in ozio o a parlare né assume posizioni o atteggiamenti scomposti

11) Rispettate l' orario delle lezioni. Non lasciate il Tatami prima della fine della lezione e comunque senza l'autorizzazione del Maestro

12) Non si usano le Tecniche del Judo fuori dal Dojo, unica eccezione: per difendere un debole o per difendere la propria Vita

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